Immagine Creative Commons – fonte: Flickr - Vanderlei Fernandes

Le offerte agli Orixàs: gli ebòs

La parola ebò deriva dalla lingua yoruba (Nigeria) e significa "offerta per un Orixà".
Ogni Orixà è onorato con offerte differenti in base alla sua natura, che vengono portate in luoghi diversi a seconda dell'entità e in momenti differenti della giornata. Il concetto di ebò/offerta rituale è strettamente legato al concetto di axè. Infatti ogni ebò è composto da elementi (frutta, candele, cibi, oggetti, ecc.) che vibrano in ragione dell'energia spirituale a cui vengono devoluti, in questo modo si crea una sorta di complicità spirituale di vibrazione in grado di influire sul piano materiale.
Ecco perché gli ebò sono spesso considerati erroneamente delle pratiche magiche, mentre invece sono rituali meditativi,  preghiere olistiche che, grazie alla fede, emettono un'energia così forte da compiere in certi casi veri e propri miracoli.
Attraverso il Jogo dos Buzios i sacerdoti e le sacerdotesse, oltre a prevedere gli avvenimenti e svelare la sorte, possono anche influire e scongiurare le situazioni nefaste tramite gli ebò appropriati.
Quelli che seguono sono esempi di ebò classici eseguiti in Umbanda (nel Candomblè vi sono offerte molto più ricche e complesse) per propiziarsi la benevolenza degli Orixàs o anche solo per connettersi alla loro energia.

La questione ambientale
Col trascorrere del tempo, la questione ecologica si è fatta sempre più preponderante. Gli Orixàs sono emanazioni divine che si manifestano soprattutto negli ambienti naturali, pertanto non è assolutamente loro intenzione mettere a rischio il nostro ecosistema. La stessa Umbanda, nato come culto sincretico, è in continua evoluzione, proprio come dovrebbe esserlo la coscienza umana, dunque è necessario un approccio che tenga conto delle sfide e dei dilemmi del tempo in cui si vive, dell'epoca il cui karma si è scelto di affrontare per evolvere.
Di conseguenza, è auspicabile che QUALSIASI offerta sia costituita da elementi biodegradabili, naturali e che non arrechino tossicità o pericoli nei luoghi di entrega (consegna) dell'ebò.

È dunque vivamente consigliato l'uso di candele vegetali (purché non accese in presenza di elementi combustibili), piatti di cellulosa, bicchieri in bioplastica per le bevande (smaltendo altrove il vetro) e tovagliette bio-compostabili monouso.
Un discorso analogo e altrettanto importante vale per i sacrifici animali: se un tempo le pratiche ritualistiche di vari culti includevano l'offerta della "comida" (cibo) per le divinità, oggi occorre tracciare una nuova via. È vero che vi sono ebòs che constano di carne di animale, ma sul punto occorre chiarire due questioni fondamentali: la prima è che non necessariamente occorre compiere il gesto di uccidere l'animale per la propria offerta. Questo avveniva in un tempo in cui il rapporto tra la coscienza umana e la vibrazione animica presupponeva il mistero iniziatico del sacrificio di sangue, ma oggi non è più necessario. Perciò si può usufruire della carne senza che l'animale venga appositamente ucciso per scopi ritualistici, bensì utilizzato per la produzione alimentare della comunità.

Inoltre, giova ricordare che non necessariamente l'ebò deve includere prodotti di derivazione animale. Ad esempio, una semplice farofa per Exù, come illustrato in questa pagina, è composta da alimenti vegetali. Dunque, l'offerta va sempre "concordata" con l'Orixà (meglio se con il tramite di un intermediario quale un Pai o una Mae de Santo), in modo che il rituale non arrechi alcun disagio al fedele, privandolo del giusto stato d'animo per entrare in contatto con l'axé della divinità.
I tempi odierni impongono ecosostenibilità, niente sprechi e rispetto per la natura: gli Orixàs ve ne saranno grati!

Perchè non manchi mai il pane in casa e per propiziare la ricchezza

  • 1 candela bianca
  • mais per popcorn
  • 1 vassoio di vimini
  • bicchiere d'acqua

Preparare i popcorn e metterli nel vassoio di vimini, rigorosamente senza sale.
Mettere il vassoio in un luogo alto (sopra un mobile della cucina, per esempio), a fianco una candela e a un bicchiere d'acqua.
Accendere la candela e chiedere a Omolù benedizione e prosperità.
Lasciare nello stesso posto per quindici giorni. Passato questo periodo, rimuovere e ripetere il rito. L'acqua può essere gettata tranquillamente nello scarico, i popcorn invece in un giardino, affinché gli animali possano cibarsene.
Una variante di questo rituale, da eseguire di lunedì, consiste nel consegnare l'offerta al cimitero al fine di canalizzare in maniera più diretta il possente axè di Omolù. L'ideale sarebbe consegnare il vassoio coi popcorn ai piedi della croce centrale del campo santo, dopo aver bussato a terra per tre volte con la mano destra e aver chiesto "agò" (licenza) per depositare l'offerta.
Quindi occorre domandare benessere sempre partendo a chiedere di assorbire la negatività e trasformarla in benedizioni e buona sorte: Omolù è la falce che "taglia" il male, il polo negativo che inghiotte la sofferenza per restituire terreno fertile, proprio come la terra del cimitero. Per questo la
richiesta a questo Orixà va formulata in tal modo.

Nei paesi dell'America centrale e meridionale è prassi effettuare offerte molto ricche presso le tombe dei propri cari, tuttavia occorre tenere conto della cultura europea e del buon senso, perciò, per non suscitare perplessità o malumori, il pop corn può essere lasciato all'esterno del cimitero, rigorosamente alla destra dell'ingresso principale, sempre chiedendo adeguatamente il permesso e utilizzando un vassoio biodegradabile.

L'immagine seguente mostra la tipica offerta di ringraziamento annuale per Omolù, da presentare il 17 dicembre: la bistecca di maiale (meglio se con osso) viene guarnita con pop corn e crisantemi (o margherite).

Per assorbire le negatività in casa

Mettere dietro alla porta di casa un bicchiere colmo di acqua e un pezzo di carbone di legna. Quello per il barbecue andrà benissimo. Recitare un Padre Nostro. Cambiare acqua e carbone quando questo inizierà ad affondare. Entrambi, acqua e carbone, andranno gettati in strada e il bicchiere si dovrà lavare, prima di riutilizzarlo, con acqua e sale.
Qualora il carbone affondasse dopo poche ore significa che l'ambiente è carico di energie disarmoniche. In questo caso si provvederà a gettare immediatamente carbone e acqua in casa, lavare il bicchiere con acqua e sale e ripetere la pratica.

Per favorire gli introiti in un'attività commerciale

  • 6 tipi di frutta
  • 6 spighe di grano
  • 6 monete correnti
  • miele d'api
Collocare la frutta, le monete e le spighe in un piatto bianco e cospargere con miele chiedendo prosperità. Lasciare sei giorni in un luogo alto, all'interno dell'attività commerciale. Passato questo periodo, portare tutto ai piedi di un albero ben frondoso.

Per fare tornare una persona che si è allontanata

Questo ebò viene eseguito anche per richiamare un familiare o un amico lontano, anche se nella maggior parte dei casi viene eseguito per i ritorni amorosi.
In un lunedì, collocare un bicchiere con acqua dietro alla porta di casa. Sotto a questo posizionare il nome della persona scritto su un foglietto di carta bianco.
Accendere una candela bianca e appoggiarla a fianco al bicchiere, quindi inginocchiarsi e fissare accuratamente nella mente la fisionomia della persona che si desidera chiamare.
Dire: "XYZ, io sto fissando qui la tua Negrada, il tuo Angelo della Guardia, qui è casa tua. Ritorna". Ripetere tre volte la richiesta.
Quando la candela è finita gettare l'acqua fuori dal portone. 
Ottenuta la grazia, offrire dietro alla porta di casa una candela di ringraziamento a Pai Mineiro.

Richiesta di aiuto per se o per un amico

Comperare sette candele bianche, accenderne una ogni lunedì dinnanzi alla porta di una chiesa, offrendola alle Almas Benditas (Anime Benedette, Pretos Velhos) e fare la propria richiesta con fede. 
Le Almas Benditas non mancano mai di ascoltare qualcuno, purché la richiesta sia giusta e onesta. 
Questo ebò deve essere fatto per sette lunedì consecutivi, in caso contrario non avrà alcun effetto.

Per allontanare una persona che ci sta facendo del male

Scrivere il nome della persona su un foglietto di carta 15x15 cm, prendere una pietra di colore chiaro o bianca e avvolgerla nel pezzo di carta. Avvolgerla con dello spago comperato apposta, come a fare un pacchetto. Andare al mare, possibilmente in un luogo dove l'acqua è profonda, tre giorni dopo la luna piena.
Pronunciare queste parole: "Sirena Squalo dei Mari, chiedo che XYZ esca dal mio cammino, che sia catturato dalle tue acque in modo che mai più possa farmi del male. Fai in modo che si penta di tutto il male che mi ha fatto, che diventi mansueto come un agnello o che la sua malvagità sia distrutta dalle tue sacre acque."
Completare la richiesta in accordo con ciò che si desidera richiedere. Una volta terminato chiedere licenza (agò) e ritirarsi. 
Una volta attesi, è bene ringraziare Yemanjà con un'offerta.

Canjica bianca per Oxalà

La canjica (mais bianco spezzettato) è una delle offerte più importanti di Oxalà.
È considerata un alimento sacro. Si esegue questo ebò a Oxalà non solo per chiedere una grazia, ma anche per onorare il potente Orixà africano.
  • 500 grammi di canjica bianca, ben pulita
  • miele
  • una terrina di ceramica bianca
  • una candela da sette giorni bianca oppure 10 candele bianche (Oxalufà)/8 candele bianche (Oxaguiàn)
  • 10 gladioli bianchi (8 se per Oxaguiàn)
  • 1 bottiglia di acqua minerale naturale
  • 1 bicchiere trasparente
  • tovaglia di 1 metro quadrato di stoffa bianca (meglio ancora se in materiale biodegradabile di colore bianco)
Cucinare la canjica bianca in acqua finché non diventa ben tenera. Lasciare raffreddare.
Una volta fredda mettere nella terrina. Portare in un bel prato verde o in un campo aperto. Stendere a terra la stoffa, collocare la terrina con la canjica al centro, vicino a questa disporre i gladioli a ventaglio e il bicchiere colmo di acqua di bottiglia. 
A lato collocare la bottiglia (purché biodegradabile, altrimenti questo dettaglio è omissibile).
Versare sulla canjica il contenuto di un vaso di miele ed effettuare la richiesta a Oxalà.
Accendere la candela da sette giorni o le candele singole attorno alla terrina.
Questa offerta va fatta di Venerdì, prima del calare del sole, preferibilmente di mattina.
Attenzione: se l'ebò è dedicato a Oxalufà occorre ricoprire completamente la terrina con la canjica con batuffoli di cotone.

Manjar per Yemanjà

Questo ebò viene preparato per onorare la Signora del Mare, Yemanjà, o per ottenere una grazia dalla madre di tutti i Santi dell'Umbanda.
  • 1 pacco di crema di riso
  • 4 uova
  • una confezione di latte di cocco
  • un piatto bianco
  • zucchero
  • fiori bianchi
  • 7 candele bianche o celesti
  • una bottiglia di Champagne o spumante
  • 1m di stoffa bianca
  • un bicchiere a calice
Preparare la crema di riso con il latte di cocco e lo zucchero. Versare nel piatto bianco (fondina).
Cuocere le uova e togliere il guscio. Metterle all'interno del piatto, in piedi, come guarnizione, attorno ai bordi.
Recarsi in una spiaggia, a pochi metri dal mare. Giunti sul posto bussare sulla riva tre volte chiedendo licenza (Agò) a Exù Maré e successivamente Ogùm Beira Mar, che è la guardia d'onore di Nostra Signora Yemanjà.
Avvicinarsi alla riva e stendere la tovaglia. 
Al centro collocare il piatto con il manjar. Attorno al piatto disporre i fiori come decorazione.
Se si tratta di rose, occorre in antecedenza togliere le spine a mano.
Mettere le candele attorno al piatto e accenderle. Agitare la bottiglia di champagne e stappare, invocando Yemanjà. Lasciare uscire a getto lo spumante verso il mare, quindi colmarne il calice e metterlo sulla tovaglia. Fare la richiesta a Yemanjà e salutarla dicendo "Odoyà". Terminato l'ebò allontanarsi con deferenza.
Questo ebò va fatto di Sabato, giorno consacrato a Yemanjà e a tutte le Yabàs (Orixàs femminili), preferibilmente in fase di luna crescente o piena.

Milho (mais) per Oxùm

Questo ebò viene eseguito per onorare Oxùm o per richiedere all'Orixà una grazia particolare. Occorrerà farlo di Sabato, in fase di luna crescente o piena.
  • 1 Kg di mais giallo in chicchi
  • cannella in polvere
  • 5 uova cotte sode e senza guscio
  • miele
  • fettine di cocco fresco
  • vino bianco dolce spumante
  • una scodella ampia, bianca
  • 1m di stoffa gialla
  • 5 rose gialle senza spine
  • 1 candela da sette giorni gialla o cinque candele gialle
Cuocere il mais finché non diventa ben tenero, scolare e mettere nella scodella. Una volta raffreddato, cospargere con miele, decorare con le uova, poste a cerchio nella scodella e con le fettine di cocco. Infine dare una spolverata di cannella in polvere.
Recarsi sulla riva di un fiume. Qualche metro prima della riva, bussare al suolo e chiedere licenza (Agò) a Exù dos Rios e successivamente a Ogùm Iarà, nell'Umbanda guardia d'onore di Oxùm. Quindi stendere la stoffa (o la tovaglietta biodegradabile di colore giallo/oro). Al centro mettere la scodella con il milho. Circondare l'offerta con le rose. A lato (o attorno alla scodella) le candele.
Accendere le candele (o la candela da sette giorni). Assaggiare per tre volte con l'indice e il medio della mano destra il miele dell'offerta. Stappare la bottiglia e spargere il vino attorno all'offerta, salutando Oxùm dicendo "Ora yeyéo" e facendo la richiesta.
Allontanarsi con deferenza.

Frutta per Ibeji o Erés (spiriti di bambini)

Questo ebò può venire effettuato in onore degli Ibeji o per le Erés, spiriti di bambini che scendono nelle giras (cerimonie) di Umbanda. Va eseguito di domenica, in orario diurno. Può essere eseguito sia in casa propria, in un luogo appropriato, che in un giardino o un parco giochi. Agli Ibeji ci si rivolge anche nella risoluzione di problemi considerati impossibili.
Qualora queste circostanze riguardassero dei bambini (0-14 anni) si può essere certi di venire attesi.
Si raccomanda di eseguire questo ebò con la luna crescente.
  • 1 cesto di vimini
  • 3 pere
  • 3 mele
  • 3 mangos
  • 3 cespi di banane
  • 3 grappoli d'uva
  • 3 fragole
  • 3 bottiglie/lattine di guaranà o aranciata
  • 3 candele rosa
  • 1m di stoffa rosa
  • miele
  • 3 bicchieri di carta
Sistemare la frutta nel cesto. Cospargere con miele. Preparare il tavolo (qualora si esegua in casa) con sopra il cesto, stendendo sopra la stoffa rosa. Qualora si eseguisse in esterno si potrà stendere la stoffa o la tovaglietta biodegradabile a terra.
Aprire le bibite e spruzzare sopra alla frutta un po' di liquido di ciascuna. Quindi si riempiono i bicchieri, ciascuno con il contenuto di una bottiglia di bevanda. Accendere le candele attorno al piatto e fare la richiesta.
Salutare gli Ibeji dicendo: "Oh Daùm". Volendo si potranno cambiare frutti o aggiungerne altri, sempre tre per tipo, l'importante è che siano dolci. Qualora si esegua l'ebò in casa si potrà sgomberare il tavolo dopo tre giorni (come nella maggior parte dei rituali domestici). I resti dell'ebò potranno allora essere portati in un prato, sempre rispettando il pubblico decoro, o gettati nel pattume.

Fagioli dell'occhio tostati per Ogùm

Ogùm è il grande guerriero dell'Umbanda, l'Orixà che può spezzare le demandas, ossia le richieste negative fatte agli spiriti da persone prive di scrupoli e di bassa evoluzione. Difende dai nemici e protegge da ogni male.
Questa offerta va fatta in un martedì di luna crescente, nei pressi di un passaggio a livello oppure lungo una strada, dal momento che Ogùm è anche il Signore dei cammini.
  • 500g di feijao fradinho (fagioli dell'occhio)
  • un piatto di coccio (un sottovaso andrà benissimo)
  • olio di dendè (olio di palma rosso)
  • 1 candela bianca
  • 1 sigaro
  • fiammiferi di legno
  • birra chiara
Mettere in una padella un po' di olio di dendè e tostare i fagioli dell'occhio in modo che diventino bruni.
Metterli nel piatto di coccio. Andare nel luogo di axè, ossia il luogo dove l'entità ha maggiore forza: l'ideale è a ridosso di una ferrovia ma, qualora vi fosse il rischio di causare pericoli, può andare bene anche una strada di campagna.
Bussare tre volte al suolo e chiedere licenza ad Ogùm, quindi appoggiare il piatto.
Accendere la candela bianca e metterla a lato. Accendere il sigaro con i fiammiferi di legno, dare tre boccate verso l'alto e poi appoggiarlo sulla scatola di fiammiferi aperta, in modo che le capocchie siano rivolte verso di voi.
Aprire la bottiglia di birra e farne cadere un po' al suolo mentre si saluta Ogùm dicendo: "Ogunhé!"
A questo punto fate la richiesta. Allontanarsi dal luogo con deferenza: l'ideale è inchinarsi rivolti verso l'ebò, fare tre passi indietro, infine voltarsi e allontanarsi da quel punto senza mai voltarsi verso l'offerta.

Ebò a Xangò

Si esegue questa semplice offerta per onorare o ringraziare Xangò, il signore delle pietre e della giustizia, ma anche per fare una richiesta a questo potente Orixà africano. L'ebò andrà eseguito in un mercoledì di luna crescente, in orario diurno, possibilmente nel pomeriggio entro le 18.
Il luogo migliore dove eseguire l'offerta è una pietraia, oppure ai piedi di un grosso masso (se ne incontrano molti lungo i sentieri di montagna).
  • 1 bottiglia di birra scura
  • 1 candela rossa e bianca
  • 1 pezzo di stoffa rossa
  • 1 pezzo di stoffa bianca
  • 12 monete correnti
  • 6 garofani bianchi
  • 6 garofani rossi
  • 1 sigaro grande
  • fiammiferi di legno (modello "svedesi")
  • 6 nastri bianchi
  • 6 nastri rossi
Sistemare la stoffa al suolo dopo aver bussato tre volte chiedendo licenza (Agò).
Se l'ebò è svolto per chiedere pace, perdono o armonia si posizionerà il panno bianco sopra e sotto quello rosso.
Viceversa, se l'ebò è per chieder giustizia o per una demanda (richiesta specifica) allora sarà il rosso a essere posto sopra.
Si stapperà la bottiglia e si spargerà un po' di birra scura a cerchio, attorno ai panni, quindi la si metterà al centro della mensa.
Le monete saranno disposte a cerchio tutt'intorno.

I nastri rossi e i garofani rossi vanno collocati armoniosamente a destra, quelli bianchi a sinistra. Accendere il sigaro coi fiammiferi e fare la richiesta, salutando Xangò dicendo: "Caò Cabiésilè".
Dare tre boccate di fumo verso l'alto, quindi appoggiarlo sulla scatola di fiammiferi aperta, con le capocchie rivolte verso di voi. Terminata la preghiera allontanarsi con deferenza.

Ebò a Oxossi

Al Signore delle foreste, della caccia e dell'ecologia si può fare questo ebò per ottenere la sua protezione o per propiziare una richiesta. Il giorno in cui si può fare questo ebò è il giovedì, in fase di luna crescente, al pomeriggio, prima delle sei. Il posto dove eseguire il lavoro è la foresta o comunque un luogo dove sia presente una folta vegetazione.
  • canjica di mais giallo (mais giallo spezzettato
  • 1 piatto di coccio
  • fettine di cocco fresco
  • miele
  • chiodi di garofano e cannella in polvere
  • candela verde
  • sigaro
  • fiammiferi di legno
  • vino rosso
  • 1 pezzo di stoffa verde
Preparare il mais bollito in acqua. Quando è tenero, scolare e servire nel piatto di coccio. Lasciare raffreddare e decorare con il cocco a fette. Cospargere il tutto di miele e infine spargervi sopra la polvere di chiodi di garofano e la cannella. Recarsi nel luogo di axè (foresta, nel caso di Oxossi). Bussare al suolo tre volte chiedendo Agò, ossia licenza. Stendere la stoffa verde. 
Al centro mettere il piatto, a lato la candela. Stappare il vino, spargerne un po' attorno all'offerta e poi mettere la bottiglia sulla stoffa verde, di fianco al piatto. Accendere il sigaro e la candela, con i fiammiferi.
Dare tre boccate verso l'alto e fare la richiesta a Oxossi, salutandolo dicendo: "Oké Arò". 
Appoggiare il sigaro sulla scatola di fiammiferi. Allontanarsi con una riverenza.

Attenzione: accendere candele nei nostri boschi è molto pericoloso, non trattandosi di foreste tropicali. Pertanto il particolare della candela è omissibile per tutelare il nostro patrimonio boschivo e, con esso, l'Orixà Oxossi.

Ebò per Yansà

La signora dei fulmini e del vento, delle tempeste e dei morti riceve le sue offerte nei bambuzales, ossia dove crescono i bambù. Tuttavia la si potrà anche onorare sulle sponde di un fiume dove crescono canne.
Il suo giorno è il mercoledì, lo stesso giorno di Xangò, il giorno consacrato ai poteri del fuoco.

L'ebò andrà fatto in orario diurno, possibilmente verso le ore 17 del pomeriggio, in fase di luna crescente. Questo ebò può essere un semplice ringraziamento all'entità, ma può diventare anche un'offerta di richiesta per ingraziarsi l'axé della Santa Barbara brasiliana.
  • 1 terrina di coccio
  • 3 ignami grandi
  • miele
  • olio di dendé (olio di palma rosso)
  • 100g di gamberi
  • 1 candela da sette giorni bianca o 9 candele bianche normali
Cucinare gli ignami in acqua, quando sono pronti togliere la buccia e tagliarli a rondelle. Mettere nella terrina e guarnire con i gamberi. Condire con miele e dendé.
Portare l'ebò nel luogo di axé, dove cresce una pianta di bambù. Bussare a terra tre volte chiedendo Agò e appoggiare al suolo la terrina. Salutare Yansà dicendo: "Eparrèi". Accendere a lato la candela e fare la richiesta. Allontanarsi con deferenza dal posto.

Ebò ai Pretos Velhos

I Pretos Velhos attuano, come abbiamo visto, nella Linea di San Cipriano e sintetizzano le anime di tutti gli schiavi neri durante il periodo della tratta. Il loro messaggio di pace e tolleranza ancora oggi ci giunge attraverso i medium, aiutandoci nelle difficoltà quotidiane e mostrandoci l'esempio da seguire nei vari momenti della vita.
Esistono moltissimi Pretos Velnhos, l'ebò che segue è generico e può essere offerto a questa categoria di anime così speciali. 
Si dovrà eseguire questo ebò di lunedì, in fase di luna crescente, intorno alle ore 18 o alla mattina presto.
Il luogo di axé è la porta di una chiesa o un cruzeiro, ossia ogni luogo dove si erga una croce.
  • 250g di fagioli neri
  • 250g di salsiccia di maiale
  • 100g di farina di mandioca
  • olio di dendé (olio di palma rossa)
  • 1 piatto di coccio
  • 1 candela da sette giorni bianca e nera o una candela bianca e una nera
  • 1 bicchiere nuovo
  • caffé
Preparare i fagioli, cuocendoli senza sale. Soffriggere la salsiccia tagliata a rondelle in olio di dendé e cipolle. Mescolare il tutto con i fagioli e la farina di mandioca (non aggiungere assolutamente sale).
Giunti al luogo di axé bussare al suolo tre volte chiedendo licenza (Agò). Appoggiare il piatto cucinato. A lato mettere il bicchiere colmo di caffè nero,  rigorosamente senza zucchero. Accendere la candela e fare la richiesta.
Salutare le Anime dei Pretos Velhos dicendo "Adorei as Almas", quindi allontanarsi con deferenza.

Farofa per Exù

Exù, la più controversa delle entità dei culti afrobrasiliani, può venire onorato attraverso questo semplice ebò che andrà consegnato a un incrocio a X, in un lunedì o in un venerdì, dopo le ore 18 (l'ideale sarebbe mezzanotte).
  • farina di mandioca
  • olio di dendé (olio di palma rosso)
  • cachaça (liquore brasiliano)
  • miele
  • acqua
  • un sigaro
  • fiammiferi di legno
  • 1 piatto di coccio
  • 1 candela rossa e nera o una candela rossa e una candela nera
  • 7 monete di rame
Prendere un po' di farina di mandioca e metterla in un piatto, formando un monticello.
Aggiungere olio di dendé e mescolare con le mani fino a formare una sorta di polenta cruda, ma più friabile.
In un altro piatto fare lo stesso con il miele, poi con l'acqua e per finire con la cachaça.
Mettere le quattro polentine, chiamate farofa, nel piatto di coccio, diviso virtualmente in quattro parti. Decorare con le monete.

Recarsi a un incrocio a X, composto da quattro strade.
Bussare al centro dello stesso chiedendo licenza a Ogùm Megé: è una manifestazione di Ogùm che governa tutti gli incroci stradali.
Quindi recarsi a un angolo dell'incrocio, bussare a terra nuovamente a appoggiare il piatto con la farofa. Versare un po' di contenuto della bottiglia di cachaça attorno al piatto, quindi metterla di fianco allo stesso. Accendere le candele e il sigaro e fare la richiesta, salutando Exù dicendo: "Laroyé".
Appoggiare il sigaro sulla scatola di fiammiferi. Le capocchie devono essere sempre rivolte verso di voi e la scatola deve restare aperta.
Allontanarsi con deferenza. Una volta ottenuta la grazia di Exù, è necessario effettuare nuovamente l'offerta per ringraziarlo.