Le sette linee e l'axé

L'universo spirituale dell'Umbanda viene schematicamente suddiviso in sette parti chiamate linee (Sete Linhas).
Il 7 è un numero sacro in numerose culture, composto dalla fusione del numero 4, la materia, con il 3, lo spirito.
A ogni linea corrisponde una specifica vibrazione spirituale e in ciascuna di esse attuano uno o più Orixas che convogliano quella vibrazione, anche se resta uno solo l'Orixà reggente a capo della linea.
Le Sette Linee rappresentano la manifestazione del Tutto, l'uno assoluto: Zambi, Dio Onnipotente. Eppure sono molto più antiche dell'Umbanda: le loro origini sono antiche quanto il tempo e il loro mistero affonda nel segreto della creazione stessa.
Invocare le Sette Linee, chiamate anche Sette Potenze, significa invocare tutti gli spiriti, tutte le divinità esistenti, tutte le forze del Creato. Le Sette Linee sono dappertutto, possono tutto e sono tutto, nel bene e nel male, perché anche il male, se visto da lontano, serve al bene per dargli una ragione di trionfare.
Ogni Linea dell'Umbanda può incrociarsi a un'altra, dando origine a una vibrazione che armonizza due linee: questo meccanismo è chiamato cruzamento.
Sia chiaro che la suddivisione delle varie vibrazioni cosmiche in Linee ha una funzione schematizzante, allo scopo di fare comprendere meglio le leggi che reggono l'Universo, infatti le combinazioni vibrazionali sono infinite, proprio come le connessioni tra i singoli atomi della materia e le forze che li aggregano.
Ogni Linea, infatti, sintetizza una coscienza divina, quella dei vari Orixàs, ripartita tra i sette pianeti del sistema solare che regolano l'esistenza complessiva di esseri incarnati e spiriti.
Questo fa dell'Umbanda una filosofia spirituale olistica, ossia globale, che considera l'intervento dello spirito come forza in grado di permeare ogni ambito di ciò che esiste in natura a tutti i livelli, da quello più "pesante" e materiale al massimo spirituale.
In Umbanda tale forza è detta axè, l'energia che si sprigiona dal Dio Unico Zambi.

Per comprendere questo concetto, così importante nell'Umbanda e nel Candomblè, potremmo ricorrere alle parole benedizione o grazia, ma tali definizioni afferiscono al solo ambito liturgico. Forse potremmo dire che l'axè è l'amore di Zambi, il quale comunque, nella sua immensità, risulta incomprensibile razionalmente. Questo amore, inteso come massima energia divina, da Zambi si irradia negli Orixàs e da questi, tramite l'intercessione dell'Orixà Elegbarà, può giungere all'uomo.
L'axè che giunge sul piano fisico è riverberato attraverso i Santi, ma permea tutto il Creato: non c'è molecola dell'Universo che non vibri di axè, persino le pietre, le singole gocce di pioggia e i raggi riflessi dalla rugiada del mattino sono ricchi di questa forza, in quanto testimonianza dell'amore di Zambi o, volendo, scintille della sua misericordiosa presenza.
Le piante hanno axè, la parola ha axè, l'uomo ha axè. Ogni cosa ha un axè unico, inimitabile e per questo meraviglioso!
Comprendere l'axè significa capire il motivo di tante cose, persino le offerte spirituali fatte ai Santi trovano la loro risposta nell'axè: i cibi rituali contengono elementi che trasmettono una forza speciale, il loro specifico axè appunto, in grado di influire sulla quotidianità armonizzandola.
L'axè di Zambi è perfetto ed equilibrato, tuttavia nel mondo, a causa di fattori differenti, questa energia subisce delle variazioni che attuano dei disequilibri. Da essi nascono le sofferenze, le malattie e l'infelicità. Spesso l'uomo, a causa del libero arbitrio, più o meno inconsapevolmente, diventa la causa prima di questi disallineamenti.
Pai o Mae do Santo hanno la missione di armonizzare le energie, riequilibrando i vari livelli di axè: da questo compito nasce la funzione sacerdotale nell'Umbanda.
Quando l'axè è in equilibrio tutto procede in perfetta evoluzione a tutti i livelli: sentimentale, economico, fisico, psicologico, perché l'individuo cresce armonicamente nella forza di Zambi.
I sentimenti negativi, l'invidia, l'odio e l'eccessivo attaccamento alla materia sono la causa primaria del precipitare dell'equilibrio, con conseguenze immaginabili.
Attraverso rituali e pratiche particolari, l'Umbanda mira a riportare l'axè in sintonia con l'Universo, sempre in accordo con la volontà dell'individuo e con il suo karma, che può eventualmente essere attenuato in accordo con le forze cosmiche.
Una di queste pratiche consiste nel "jogo dos buzios", la consulta oracolare tipica dell'Umbanda: trattasi di un'analisi cabalistica della data di nascita di un individuo (tecnica numerologica sviluppatasi in Brasile a seguito della forte influenza della Teosofia europea), combinata con il lancio delle 16 conchiglie consacrate all'entità guida del Filho de fè.
Grazie al jogo dos buzios è possibile stabilire quali sono gli Orixàs reggenti del consultante e quindi quali sono le energie da cui egli è retto, quali sono favorevoli (Irè) e quali contrarie (Osogbò).

L'iniziato al culto divinatorio di Orunmilà può quindi tracciare un quadro psicologico e bio-energetico del soggetto: l'uomo è infatti un organismo complesso, dove operano più arti costitutivi in un sofisticato equilibrio (comunemente rappresentato dall'aura e dai cosiddetti "corpi sottili").
La consulta dei buzios è un metodo per avere chiarezza sullo stato olistico dell'individuo, poiché esso viene valutato dagli occhi di un'entità evoluta del mondo astrale, dunque da un punto di vista superiore rispetto a quello imperfetto dell'uomo.
Spesso la divinazione è intesa come uno sguardo sul futuro: da un lato ciò può essere vero, ma solo per avere una prospettiva al fine di avere la massima chiarezza del presente. Da sempre esortiamo a ricorrere alla consultazione oracolare degli emissari spirituali degli Orixàs per avere una maggiore consapevolezza, piuttosto che perdersi in fantasie, ossessioni o brame materialiste: l'Umbanda mira all'armonia complessiva di corpo, anima e spirito, la divinazione non è da intendersi come pratica illusoria o, peggio, manipolatoria per soddisfare i capricci dell'ego.
Ad esempio, comprendere le disarmonie energetiche e porvi rimedio per stabilizzare una precaria condizione economica è senz'altro un corretto indirizzamento della volontà dell'individuo, invece l'accumulo di ricchezze fine a sé stesso perde ogni significato spirituale.
Nell'ambito affettivo sovente ci si strugge dietro a una persona che non ci ama, fino ad arrivare a chiedere di plagiarla con sotterfugi vari. Il libero arbitrio permette di perdersi in tali desideri, ma la vera armonia dell'anima si ottiene armonizzando l'axé dell'Orixà che ci governa a livello emotivo: solo quando quella vibrazione raggiunge l'equilibrio si può trovare la felicità in amore. Non è forse molto più saggio che disperdere tempo e vitalità dietro a persone che non possono darci ciò di cui abbiamo bisogno?

Un ultimo accenno va fatto alle 16 combinazioni delle conchiglie divinatorie: ognuna di esse identifica un "Odù".
"Da un punto di vista esoterico, i sedici Odùs sono energie cosmiche regolate dalle potenze divine: esse hanno origine dalla volontà dello spirito e svolgono la loro azione dalla periferia dello spazio, fino alla sfida karmica di ogni singolo individuo in una delle sue incarnazioni. Se li analizziamo dal punto di vista dell’individuo, questi risulta essere al centro di un complesso sistema di forze, favorevoli, neutrali o contrarie in relazione alla sua conformazione energetica formatasi con l’Eledà (scelta del proprio Karma), la quale determinerà il modo in cui le energie cosmiche degli Odùs vengono “recepiti” dalla sfera umana dell’anima incarnata."   Umbanda Esoterica ©2018

Le sette linee spirituali/planetarie, ognuna retta da uno o più Orixàs, regolano le forze eteriche universali schematizzate coi sedici Odùs. Per questo la consulta con i buzios non è da intendersi come mera pratica divinatoria, ma come strumento diagnostico volto a cogliere il presente, poiché è solo nel "qui e ora" che abbiamo pieno potere di crescere e di evolvere.